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venerdì 27 ottobre 2017

Se non ci fosse stato il FLA (Diario delle mie Altrecose)


Quanto sarebbe bello sapere in partenza quando una scelta è giusta o no? Sinceramente fino ad un certo punto. Sarebbe bello, perchè ci permetterebbe di evitare gli errori, ma allo stesso tempo terribile, perchè ci toglierebbe quel brivido e quella possibilità di crescere dagli errori che commettiamo. Io di errori, nella mia brevissima vita, ne ho compiuti parecchi, ma questo pezzo qui non vuole addentrarsi in considerazioni intricate da anziano uomo vissuto.

In realtà l'altro giorno stavo pensando che tra pochi giorni tornerò a Pescara, la mia casa, per un'occasione tanto speciale quanto grande. In primis per riabbracciare la mia famiglia e i miei tantissimi fratelli, così da ricordargli che il fratellone c'è sempre, anche se fuori sede. Poi per celebrare la quindicesima edizione del FLA (Festival di Libri e Altrecose). E mentre salvavo il biglietto del treno sul Wallet (va' che tecnologico), ho pensato ad un momento preciso, ad un'istantanea stampata e chiusa nel cassetto dei ricordi piacevoli. Sto parlando della prima volta che conobbi questo benedetto FLA. Io della mia città non ho una grandissima opinione, ma devo ammettere che robe come queste ti fanno crescere il sentimento nei confronti dei luoghi. Ammetto di non aver mai saputo dell'esistenza del FLA, ai tempi, di quello che era ancora il Festival delle Letterature dell'Adriatico. Io studente del Liceo Classico, appena uscito fuori da un Ginnasio traumatico costellato da lettere greche e parole latine, in realtà avevo un sogno che coltivavo fin da piccolo (e che continua a rimanere vivo e vegeto): quello di diventare giornalista. Tutti quelli che mi stavano attorno lo sapevano e sapevano della mia passione anche per ciò che ruotava attorno ai libri e al mondo dello spettacolo, soprattutto i miei famigliari. Spinto da loro decisi di provare, di andare ad un incontro per nuovi volontari. Non ho mai avuto una gran coscienza nelle cose che ho fatto, ma ho sempre avuto una gran faccia da culo. Questa caratteristica mi ha accompagnato per tutta l'adolescenza, quando cercavo di dimostrare gli anni che non avevo, pur essendo un ragazzino (tanto curioso, quanto rompicoglioni). Fatto sta che uscii di scuola e pranzai in un rinomato kebabbaro della zona vecchia di Pescara, prima di conoscere qualcosa che, senza esagerazioni, avrebbe cambiato la mia vita. 

Da ragazzini si partecipa alle cose, a volte incosciamente, a volte perchè trascinati. Io non so il perchè, ma mi sono ritrovato dentro qualcosa decisamente più grande di me, ma che mi faceva sentire orgoglioso. Di conoscere, di promuovere libri, di donare qualcosa alla mia città. Con quell'entusiasmo, con quella voglia lì ho iniziato nel 2013. 

Ma nel frattempo che l'iPhone salvasse il mio biglietto del treno, ho provato a fare anche un gioco diverso: cioè cosa sarebbe successo se non avessi partecipato a quella riunione del FLA? Probabilmente non avrei mai conosciuto Vincenzo, Stefano, Letizia, Sabrina, Ciccio, Alessandra e la gente di Mente Locale, anima instancabile di una cosa meravigliosa. Avrei risparmiato un bel po' di tempo, certo, ma siccome a me del latino non me n'è mai sbattuto un granchè (ossequi anche a lei, Ministra Fedeli) non so quanto c'avrei guadagnato. Sicuramente non avrei visto cosa vuol dire organizzare un evento così grande e che macchina c'è dietro. Ho nel cuore tutti i volontari, chi più, chi meno, ognuno a suo modo mi è rimasto dentro. Ero, sono e sarò sempre parte di loro, di quelle braccia così grandi fatte per abbracciare e lavorare, di quel fiato spezzato dalla fretta di concludere in tempo, di quella gioia sincera che usciva dagli occhi sotto forma di sguardi o di lacrime. Avrei parteggiato sicuramente per la verità su Stefano Cucchi, ma non avrei conosciuto la determinazione e la forza della sorella Ilaria. Mi sarei risparmiato un'influenza, causata da uno starnuto di Max Gazzè, all'uscita dal Teatro Circus dopo il suo concerto. A dire la verità vorrei ringraziarlo, perchè il giorno dopo avevo interrogazione di Storia. 


Non avrei scritto un racconto, che per me si è rivelato importantissimo, e non avrei partecipato al concorso Food&Outlet. Non avrei scoperto quanto bene voglio a mio padre, grazie ai libri di Carlo Gabardini e Walter Veltroni. Non avrei nemmeno saputo dalle labbra di Corrado Augias quanto fosse buono il "Guazzetto" di Pescara cinquant'anni fa (dicasi "guazzetto" il tipico brodetto di pesce del posto, ignoranti) oppure non avrei riflettuto su quanto Pescara "somigliasse ad una Salonicco più ricca" per Michele Serra, sceso apposta dall'amaca. Mi sarei risparmiato la pacatezza e la disponibilità di un immenso Gianrico Carofiglio o la preparazione diGiovanniFloris (chi capisce perchè l'ho scritto così, vuol dire che guarda La7).

  
Ma trascurerei una corsa sotto la pioggia per farmi autografare un libro da Baricco, per un regalo inutile. Non avrei ammirato la bellezza del Circolo Aternino, di Casa D'Annunzio, del Teatro Circus, del Matta e dell'Auditorium Petruzzi, facendoli tutti a piedi. Non sarei stato presente in una diretta Periscope epica con Camilla Raznovich e Saturnino, che mi raccontavano quanto fossero divertenti "Le Frasi di Osho". Non avrei ammirato la verve e l'italiano accademico di Beppe Severgnini.


Per non parlare dell'emozione del retropalco di un teatro, così asettico e silenzioso, ma allo stesso tempo così pieno di segni tangibili, lasciati da tante forme di cultura, e rumoroso. Non mi sarei innamorato così profondamente dei libri e degli autori. Del vino dei locali di Pescara vecchia, degli arrosticini, del Caffè Letterario o dei cappuccini di Caprice. Non avrei giocato (e stravinto) una partita fondamentale a biliardo con Stefano, contro Vincenzo e Luca Sofri. Ma soprattutto non avrei scoperto il mio immenso talento in questo sport (diciamolo, al Post non sono bravi a biliardo).


Non avrei avuto l'onore di raccontare la mia città e questo evento sui social, non avrei dato il mio contributo, che sicuramente non è fondamentale, ma per me necessario e quasi obbligatorio. Perchè quando lo fai un anno va bene, quando partecipi il secondo anno può passare, ma se poi ti ritrovi alla quinta edizione di fila vuol dire che è amore. Allora lo diciamo tutti insieme? Viva il FLA e viva anche le Altrecose, anche se devo ancora abituarmi bene a 'sta parola. Se mi volto indietro e scopro tutte le cose che avrei potuto non vivere, a tutte le persone che avrei potuto non conoscere, penso proprio che la vita a volte ti fa andare nella direzione giusta. Intanto preparo la mia valigia, anche se mancano meno di due settimane, perchè ho bisogno di ingannare l'attesa. E mentre mi ritrovo tra le mani queste istantanee, addolcisco un po' di più il tempo. E penso che quest'anno probabilmente andrà in scena la seconda edizione più bella di sempre del FLA. Seconda, perchè quella più bella sarà sempre la prossima

Ci vediamo lì.




2 commenti on "Se non ci fosse stato il FLA (Diario delle mie Altrecose)"
  1. Comunque regalo meraviglioso, anche se probabilmente, tornando indietro, capisco che te la saresti risparmiata quella corsa sotto la pioggia. O magari avresti scelto qualcun altro, qualcuno di meglio. (Rimango fan����)

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    1. Cazzo, l'avessi saputo prima...si scherza😜 (e rimani fan, va')

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