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mercoledì 29 novembre 2017

Quanta bellezza

no, questa non è bellezza

Quanta bellezza. Un disco di Cremonini è bellezza. Guardarsi allo specchio è bellezza. Accettarsi, compatire e rilanciare è bellezza. Quella soggettività che ci appartiene, che cambia da ognuno di noi il modo in cui interpretiamo la vita. Siamo esseri umani, l'uno diverso dall'altro, nella bellezza di un unico mondo. Ma la bellezza, beh, per quanto sia sinonimo anche di oggettività, cambia di persona in persona.


Il caffè è bellezza, il rumore della moka ed il profumo di chicchi macinati in chissà quale parte del Sudamerica o dell'Italia. La mamma che ti alza le serrande, ti si avvicina dolcemente all'orecchio e ti urla:"Alzati pirla, che sei in ritardo". Anche quella è bellezza, eh. Oppure il cane che ti lecca e ti riempie di baci. L'autobus che ti passa davanti nel momento in cui esci di casa, per andare alla fermata, anche quello è...no quella è proprio una vita di merda. 

Molte volte non mi rendo conto della bellezza che ho attorno, non gli presto la giusta attenzione. E ce ne sarebbe da vendere. L'abbraccio di un fratellone a quello più piccolo, il profumo della carta del giornale appena stampata, la chiamata della nonna che ti chiede:"Ma la fidanzatina?", "Nonna, sono sposato con figli", "Ah. E hanno mangiato?". E le foglie d'autunno che cadono dagli alberi, sotto un cielo terso? Le stagioni che passano e l'inesorabile ineffabilità della normalità. Adoro i rituali, le cose piccole, che dietro rivelano tremila storie da raccontare. Là dove le parole non possono tanto spiegare, arrivano i piccoli gesti, gli sguardi e i baci. La notte, l'alba e il tramonto. E a proposito la colazione a letto dopo aver fatto l'amore, non è bellezza? Il bacio dopo essersi svegliati, la carezza consolatoria che ti dice "vabbè, devi uscire da questo letto, ma domani ritorniamo qui". La certezza di stare dove stai bene, nell'immensità di un abbraccio che ti spinge in mezzo a due braccia che in realtà sono un cancello verso l'infinito. Le visioni e i sogni, che ti scuotono e ti regalano suggestioni speciali. I litigi, che ti portano ad odiare chi in realtà ami, che ti fanno dire cose che non diresti mai e poi mai, ma che in fondo ti escono. Le parole degli esseri umani che poi la risolvono in qualche modo, preferiscono firmare armistizi e sacrificare le proprie ragioni. L'amore e le scelte. Le promesse e la paura. Di non essere all'altezza, di perdere del tempo, di non volerlo davvero. E questa non è bellezza? Forse è la dimostrazione massima della complessità dell'uomo e contemporaneamente la più utile rappresentazione della bellezza. Il Colosseo, il Duomo, Venezia e la Sicilia. La Calabria. I treni, che non passano mai, i tram, che ti fanno pensare, le metro, che mi fanno diventare claustrofobico. La propria casa, le proprie case e i posti del cuore. Le lacrime e gli addii. La parvenza della certezza e le autoimposizioni, che ci rendono forti ai nostri e agli occhi degli altri. L'imperfezione. Un'enorme macrocategoria di bellezza, che ci descrive, che ci fortifica e contemporaneamente ci uccide.

Una fotografia che ti allieta quando sei turbato o preoccupato. Il ritratto della tua persona, di quella che ti è rimasta dentro nonostante le guerre mondiali. Quell'abbozzo di essere umano in balia tra la follia e l'amore totale, il suo viso col segno del cuscino che mangia una fetta biscottata con la marmellata, con la luce del sole che dietro dona un po' di luminosità al tuo quadro. Le sue male parole che ti impongono il silenzio, perchè "di prima mattina mi devi lasciare perdere" e i suoi occhi che ti maledicono quando fai rumore col cucchiaino del caffè, mentre giri lo zucchero dal fondo. Forse questo è amore, forse è solo frutto della tua immaginazione. Ma sicuramente è bellezza.

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