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giovedì 2 luglio 2015

Tutto acceso


Un miscuglio di incredibili e sofisticati aspetti futuristici. Un incredibile mash-up di adrenalina e lacrime. Se provassi a descrivere con qualche immagine ciò che ho visto a San Siro, qualche giorno fa, proverei a farlo così. E mentre provo a spiegarmi, ritornano nella mia testa le immagini di chi mi diceva:"devi assolutamente vederlo, Jovanotti è uno showman". Quando quelle persone si presentavano così entusiaste di fronte a me, iperattive dopo un concerto, non riuscivo a capire come un uomo avesse potuto diffondere cotanta energia positiva.

Mi son dovuto ricredere. Perchè indubbiamente uno che pensa positivo, induce a farlo anche a te. "Lorenzo negli stadi 2015cc" è una bomba incredibile. Ecco l'ho detto, mi sono levato il dente. E sapete qual è la cosa più clamorosa? Che mi sento esattamente come gli amici che ho descritto sopra. La musica del Cherubini cantante non l'ho mai messa in discussione, anzi l'ho sempre apprezzata, ma non l'ho mai approfondita. Così come la sua vena pionieristica, di scopritore di nuovi sound, prima latini, poi africani, fino a quelli dance. Ebbene, tutte queste vie, questi scorci li ho assolutamente colti in 2 ore abbondanti di show. Perchè si dice show, e non concerto.

Paragoni non son necessari, probabilmente l'unica cosa che mi permetto di criticare è il filosofeggiare che appesantisce un po' troppo di retorica, un meccanismo oliato e perfettamente meraviglioso. Il Jova politico non ci piace, diciamoci la verità, mentre quello che sfreccia da una parte all'altra del palco ci fa davvero impazzire. Quello che abbraccia il suo pubblico e si commuove cantando "Le tasche piene di sassi" ci fa rabbrividire. Quello che racconta la storia di un astronauta, sotto un faro, immerso in un San Siro illuminato solo dagli accendini, fa commuovere. E quindi bene così. Soprattutto quando è il momento di danzare. Quel primo anello, in cui ero seduto, trema ancora per tutte quelle persone in piedi. Tutti, nessuno escluso, danzanti. Anche il più vecchio degli spettatori, si è alzato in piedi perchè non riusciva a fermarsi, perchè il ritmo che parte fa battere il piede, perchè il piede trasmette qualcosa alle mani e perchè quelle mani si alzano in alto come palme mosse dal vento.

Ogni minimo dettaglio era incastrato meravigliosamente in quel puzzle disegnato da Jovanotti. Il fatto che io abbia usato così tante volte l'aggettivo "meraviglioso", adattandolo perfino ad avverbio, rende perfettamente l'idea di come si possa essere entusiasti di fronte ad una visione del genere. Quindi, diamo a Jova ciò che è di Jova. È riuscito a rendere universali pezzi del suo nuovo album, che magari inizialmente non lo erano. Il tutto condito con outfit pazzeschi e classici intramontabili. L'ombelico del mondo per tre giorni ha spostato la residenza a Milano, zona San Siro, e son stato felice di esserci entrato. Sapete qual è la cosa più bella? Che il tour è appena iniziato. Se avete la possibilità, andateci. Possibilmente sportivi, con un bel paio di scarpe comode, che c'è da muoversi parecchio.

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