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mercoledì 9 aprile 2014

Lettere di un'aspirante medico (in un paese che non vuole)

Ci si ritrova ogni anno così. A dover ingoiare, a denti stretti, l'ennesimo boccone amaro. A dover accettare, per l'ennesima volta, quanto sia scarsa e fuorviante la macchina organizzativa del nostro stato. Ieri, 8 aprile 2014, si sono svolti i test universitari per la facoltà di medicina.
Più di 64.000 studenti, maturandi o non, hanno svolto il test d'ingresso, per cercare di entrare all'interno della facoltà. 10.551 sono i posti disponibili. Un rapporto spaventoso, tra quelli che ce la fanno e quelli che non ce la fanno. Giustificazione ? Ce lo chiede l'Europa. Sempre la solita, stessa, identica musica. L'Italia ha riconfermato questo metodo, anche per quest'anno, nonostante sapesse molto bene quanto fosse inefficace e controproducente. La verità, in realtà, non sta dietro la volontà dell'Europa, ma dietro i tagli. Ed è così, che davanti ad un ministro che ci dice di star "choosy", ad un imprenditore, a capo di una delle case automobilistiche più famose del mondo, che dice che "non andiamo a cercarcelo il lavoro", ad un parlamentare, che possiede a malapena il diploma, dobbiamo gridare con rabbia un "VAFFANCULO". Perchè di tagli, in questo paese, ne abbiam davvero bisogno, ma non si può sputare sopra quello che è il futuro di una nazione. Non si possono tagliare i sogni di una parte di giovani, che vuol avere un futuro, non si può porre una forbice, preliminare, su ragazzi, che per entrare in Medicina, devono saper dell'esistenza di Chomsky. Non si può e basta, per il bene del nostro paese, che se deve cambiare, deve ripartire su quei 64.000 e passa studenti, ma che sono molti di più in realtà, considerando chi non ci ha provato. Perchè test del genere non si possono fare, tanto più in pieno periodo di preparazione dell'esame di maturità. Nella lettera, che leggerete qui sotto, scritta da una di queste 64.000 persone, c'è tutta la frustrazione e la rabbia di un ragazza ferita, ma anche l'amore e i sogni nei confronti di una passione: la medicina. Salvate il paese, prima che sia troppo tardi.


"Non so se qualcuno leggerà queste parole o resterà solo lo sfogo di una dei tanti maturandi 2014. Dicono che i sogni più belli hanno ostacoli più grandi, ma possono 60 domande decidere se potrò mai diventare un buon medico? Vi sembra che basti essere bravo in logica, sapere delle nozioni di biologia e chimica(le domande del test miravano ad una conoscenza universitaria di tali discipline) o qualche regola di fisica per fare il medico? Sono fermamente convinta che medicina non sia questo, per fare il medico, anzi, per ESSERE medico, ti si deve muovere qualcosa da dentro, una forza che ti prende il cuore, le ossa, le budella. Per frequentare medicina devi affrontare un corso di laurea difficile, di molti anni, senza prospettiva di futuro e con la possibilità di crearti una tua famiglia in tarda età: credete che uno studente liceale non pensi a queste cose? Eppure nonostante le prospettive non rosee, sono molti i ragazzi che nell’anno della maturità, si sono rimboccati le maniche e hanno studiato mattoni di biologia, chimica e logica per poter sfiorare il sogno di sempre. Perché quando fai il test, ti senti impotente, stai sfiorando il tuo sogno, lo stai per raggiungere ma poi vieni schiacciato da quelle domande, troppo specifiche, troppo settoriali e ,sinceramente, non alla portata di noi liceali.
Medicina non dovrebbe essere una facoltà a numero chiuso, perché sognare di essere medico è una cosa che ti parte da dentro, una vocazione, una chiamata a cui rispondi di sì. Perché un aspirante sacerdote o una novizia possono rispondere alla loro vocazione ed un aspirante medico no? Vedete, io sogno da sempre di diventare un medico, e come me altri ragazzi, non si parla della smania di indossare un camice bianco o della voglia di emulare qualche serie tv. Qui si parla di mettersi in gioco, sacrificare se stessi per il bene comune, pensare alla salute degli altri, avere pazienti che diventano pezzi di cuore. Allora forse non sapremo chi sia Chomsky o non  sapremo trovare l’area di un recinto, però crediamo nel nostro sogno e abbiamo scelto medicina con serietà e coscienza. Davvero sarà un buon medico quello che ha risposto a 60 domande? Decidiamo se una persona è all’altezza di raggiungere i suoi sogni, di diventare medico solo dalla bravura, o forse dalla fortuna, di un test a crocette? Un buon medico non sarà forse colui il quale ha scelto con serietà e coscienza di essere medico ed ogni giorno fa della sua professione la sua scelta di vita?
Allora non so se sia giusto o meno questo test, non so se chi entrerà a medicina lo farà per sogno o semplice fortuna di aver passato un test. Però posso dire che non è stato giusto sovraccaricare noi maturandi,  sei costretto a fare tutto e male, vivi di angosce, attacchi di panico, piangi ogni giorno, ti senti insoddisfatto e se non passi il test ti reputi una nullità. La tensione psicologica è alle stelle, dalle date anticipate ad Aprile ai metal detector prima di entrare in sala. Luoghi eccessivamente pieni, ci si sente bestiame al macello.
Amicizia e solidarietà nelle settimane ed ore prima del test che si trasforma poi in lotta fratricida fra ragazzi che vedono nel compagno,  magari un amico di scuola o dell’infanzia, un nemico poiché è viva l’idea del ‘ i posti sono pochi e tu potresti rubare il mio’.
Per non parlare poi delle altre facoltà, altrettanto degne di stima, che diventano facoltà di ‘scarto’ approdo di tutti quelli che non hanno passato il test, a discapito di chi, quella facoltà la scelta per passione.  Ma davvero un sogno può costare così tanto e vanificarsi in così poco? Spesso ci si lamenta dei giovani che vivono solo di televisione, gioventù vuota, le cui uniche aspirazioni sono i provini per programmi tv spazzatura e talent show da quattro soldi. Ci saranno tanti ragazzi che sognano di diventare tronisti e veline, eppure ci sono tanti altri ragazzi che sognano di diventare medici, architetti, veterinari, costretti a perdere uno, due anni perché questo test non lo superano. Non sarebbe più semplice lasciare tutto alla selezione naturale? In questo modo saremmo liberi di scegliere quello che amiamo.

Abbiamo scelto il liceo con libertà, eppure la scelta più importante non siamo liberi di farla. La scelta universitaria è quella su cui si basa tutta la nostra vita, perché se un giorno saremo dei professionisti diligenti e che lavorano con correttezza e serietà, sarà solo determinato da quanto amiamo il nostro lavoro. Se non ci date la possibilità di frequentare la facoltà, che abbiamo scelto con libertà e passione, come potremmo diventare dei professionisti che amano il loro lavoro? Siamo davvero costretti a fuggire dall’Italia, verso università straniere, che ci danno la possibilità di realizzare la nostra felicità? Ci tappate le ali in questo modo? Eppure, tutti questi giovani, che demoralizzate con test e numero chiuso, volevano essere l’orgoglio italiano, volevano rendere l’Italia migliore e crescere insieme in un paese che costruisce sogni. Invece, a quanto pare, i nostri sogni si distruggono e il bel Paese dall’essere madre comune, diventa madre matrigna che schiaccia i giovani, li caccia e distrugge sogni, ambizioni e felicità."


            - Rita D'Ambrosio (@RdDambr)
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