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domenica 20 ottobre 2013

La violenza vince ancora

Inciviltà. Si rischia molte volte di entrare in questa strada nel nostro paese, una strada brutta e ignorante. Ignorante nel senso di colui che ignora ma anche nel senso più grezzo e paesano di stupido, senza cultura ed educazione.
L'Italia continua a darci sempre di più queste lezioni, lezioni che non vorremmo mai vedere ma che puntualmente ogni qualvolta accendiamo la televisione o apriamo i principali social network risaltano ai nostri occhi. Roma, 14 ottobre 2011. Roma, 20 ottobre 2013. Una città che si ferma, ma non Castelnuovo di Ceta che nella sua modestia in Piemonte conta 133 abitanti, ma bensì una capitale di un paese dell'Unione Europea che conta più di 2 milioni di abitanti. Roma Caput Mundi. Bloccata, paralizzata, malmenata, ferita. Vengono da fuori, si organizzano per colpire e massacrare con la violenza simbolicamente l'Italia, che non me ne vogliano i leghisti. Oggi infatti puntualmente dopo l'incredibile guerriglia del 2011 in cui negozi, banche e piazze venivano letteralmente assediati e dove numerosi furono i feriti gravi, si è verificato un altro round di quella partita che tanto aveva indignato il nostro bel paese. Bello fino a un certo punto. Diciamo pure che si partiva col precedente, ci si aspettava già tutto, al contrario di ciò che fu la manifestazione del 2011 qui si sapevano già quali erano gli intenti, nessuna sorpresa. Già nelle ore precedenti alla "manifestazione" infatti le forze dell'ordine hanno arrestato e fermato decine di black block e di uomini giudicati pericolosi, lo schiaffo stavolta è stato molto più lieve. Ce lo aspettavamo, se lo aspettavano. Eppure è stata lo stesso una giornata infernale.

Porta Pia è stata presa d'assalto dai manifestanti che l'hanno praticamente occupata, barricate con cassonetti. Manifestazioni violente anche vicino i ministeri e vicino Casa Pound. Manco fossimo in guerra, disinnescate 3 bombe, e come se non bastasse Anonymous ha bloccato 4 siti web del Governo. Solidarietà. Sembrava il raduno della violenza, "venite tutti a Roma che ci divertiamo". Lasciano intendere quello i cassonetti che vanno a fuoco. Il lavoro delle forze dell'ordine quest'oggi è stato egregio, come più volte affermato anche dal ministro degli Interni Alfano, di fronte a ciò che di più ridicolo non ha. Probabilmente si è travisato il significato di manifestare, la manifestazione è ben altro, soprattutto se inizialmente presentata come pacifica.

Fa veramente venire i brividi come in un paese occidentalizzato e civile come il nostro ci sia bisogno di blindare con ulteriori porte di ferro i negozi, le banche e così via. Non è normale. Scene di questo tipo tolgono la voglia di vivere una città meravigliosa, e regalano al mondo intero perle che sintetizzano in pochi fotogrammi "ecco veniteci a trovare, noi siamo così". Le misure di difesa che i commercianti e i cittadini di Roma hanno dovuto prendere sono da far invidia alle città colpite da tornadi o forze naturali simili. Da noi i tornadi non ci sono, o meglio, dipende cosa e chi intendiamo per tornado. Poi per l'amore di Dio c'è chi ha realmente manifestato, almeno qualcuno di coerente c'è, ma purtroppo le prime pagine non parleranno di loro perchè il segno e i segni li hanno lasciati gli incivili. Come sempre. Purtroppo la violenza vince ancora, manifestare è uno dei simboli di libertà più bello. Non usiamo nel modo più sbagliato un mezzo così potente e bello, manifestare non è violenza. Capitelo.
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