In carcere. Quello che fino a poco tempo fa poteva essere un desiderio un pò buffo dei suoi avversari "comunisti" tra poco potrebbe diventare realtà. O forse no. Comunque sia Silvio Berlusconi è stato condannato a 7 anni di reclusione per il caso Ruby. L'ex-premier infatti è accusato di aver avuto una relazione sessuale con Kharima el Maroug, in arte Ruby appunto. Il problema non ci sarebbe stato se non fosse per l'età anagrafica della presunta povera nipote di Mubarak che corrispondeva a 16 anni e al pagamento dell'atto sessuale che secondo i giudici ci sarebbe stato.
OLTRE AL DANNO LA BEFFA - Il povero Silvio non solo deve far fronte alla pesante condanna ma deve anche tener conto dell'interdizione a vita dai pubblici uffici inflittagli dal tribunale di Milano che ne pregiudica il suo operato da senatore. Curioso il fatto che il tribunale abbia condannato il cavaliere aggiungendo un anno alla richiesta dei pm che richiedevano 6 anni di reclusione, fatto subito rimarcato dall'avvocato di Berlusconi Niccolò Ghedini che prontamente dimostra tutto il suo disappunto per la sentenza invocando nuovamente lo spostamento del processo che per lui "a Milano non si poteva fare". Fatto sta che dal 2011, anno d'inizio del processo, ci sono state 50 udienze fino ad arrivare alla sentenza di oggi appunto che è stata una vera e propria mazzata, attesissima secondo Ghedini, inattesa per il cavaliere. Fatto sta che Berlusconi dovrà ancora lottare nelle sedi giudiziarie per dimostrare la sua innocenza in questo processo che non è e non sarà l'ultimo. A suo carico infatti pesa già l'altra condanna per 4 anni in secondo grado inflittagli per la compravendita di diritti televisivi riguardante Mediaset che quindi dovrebbe aggiungersi a questi 7 anni, ma comunque di queste pene non ci son certezze. Mancano ancori vari procedimenti. L'interdizione per ora potrebbe essere l'unica certezza, positiva e tanto acclamata per gli acerrimi "nemici" rossi, ma anche negativa per il bene del paese e non solo per gli esponenti del Popolo Delle Libertà. La decisione esposta dal procuratore capo Bruti Liberati, presente in sostituzione del giudice Bocassini, infatti può far precipitare le sorti del governo, la fiducia del cavaliere al Governo Letta così potrebbe rompersi visto che il PDL in mancanza del proprio leader in Parlamento e in caso di mancato rispetto di alcuni punti a base dell'accordo per il governissimo potrebbero far cadere questo esecutivo. Comunque sia questo potrebbe essere ricordato come un processo storico, se la prima volta a dicembre del 2011 qualcuno pensava di essersi liberato del Cavaliere, qualche mese dopo Silvio è resuscitato riportando in alto il proprio partito, questa volta questa interdizione potrebbe definitivamente chiudere questo ventennio di dominio berlusconiano.
C'E' CHI FESTEGGIA - Fuori dal Tribunale un gruppetto di una decina di persone ha esultato alla notizia della condanna con urla e applausi, alcuni addirittura intonando l'Inno d'Italia. Ma non solo. Tutti i maggiori network internazionali hanno mostrato la notizia come breaking news, riportandola prontamente. Magari son comunisti anche loro, oppure no. Forse fanno solo il loro lavoro riportando la verità, ci consenta Cavaliere.
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