
Non avrei mai immaginato
qualche mese fa di arrivare a scrivere queste poche righe, ma in questo momento
della notte ho sentito questo impulso, quanto mai ragionato e, ora, urgente.
Sostanzialmente quello di
cui voglio parlare è legato ad un gruppo di persone e ad un percorso comune,
fondato su un legame indissolubile. Sì, non mi pongo scrupoli nel dire che
credo in Dio e non mi pongo problemi nemmeno nello sbandierarlo così, come se
fosse un coming out.
E voi direte, dov’è il
problema? A noi che ci interessa? Nulla, probabilmente, ma l’uso che faccio di
questa piattaforma, in quanto personale, serve a mettere in un certo senso
apposto la mia coscienza, nei confronti di un periodo della mia vita.
Dicevo. Questa mia indole
fedele, in tenera età, non aveva mai trovato uno sbocco così dirompente, da
farmici avvicinare particolarmente. Fin quando non ho incrociato, nel mio
percorso di liceale, il Movimento Studenti Cattolici. Fu un seminario di
giornalismo che mi regalò quel contatto in una inedita, per me, Verona. Quel
primo incontro mi cambiò senza alcun dubbio la vita. Perché? Per il semplice
motivo che scoprii che da una parte nel mondo c’era qualcosa che piaceva a me e,
clamorosamente, questa cosa era fatta da dei cattolici. Wow.
Questa frase necessita di
una premessa. Non avevo mai approfondito più del dovuto la religione, prima di
quell’incontro, anzi per certi versi mi sembrava che tutto ciò che ruotava
attorno a quel mondo fosse alquanto noioso. Un luogo comune che, purtroppo, va
di moda in questo periodo. Tanti, troppi, sono i ragazzi che crescono con
questa idea, io sono stato mal-influenzato da quelli che con me avevano
condiviso l’infanzia. Fatto sta che questo pregiudizio fu smentito, in quella
occasione, e questa smentita suscitò notevole entusiasmo in me.
Da quel seminario partì
un viaggio incredibile. Durato fino ad oggi. Già. Tutte le cose hanno una fine
e tutte le cose hanno una durata. In questi tre anni abbondanti posso dire di
aver vissuto davvero un complesso incredibile di emozioni. Ci sono state
incomprensioni, molte, troppe, dovute molte volte alla mia testardaggine,
dovute a dei conflitti, che tra persone accadono, ma ci sono stati soprattutto
sorrisi, gioie e un’incredibile voglia di non restare mai fermo. Un’incredibile
voglia di stare davvero sempre in movimento. Perché ogni qual volta che quel
gruppo di ragazzi si riuniva, ciò che ne usciva fuori era una voglia di vita
incredibile. Io tutta quella voglia, quell’energia, quella gioia, l’ho
identificata e la identifico dietro ciò che “regge” quel gruppo. Cioè la fede.
Fede che evidentemente ha voluto che oggi scrivessi queste righe.
Il Movimento Studenti
Cattolici non mi ha dato soltanto la capacità di riuscire a scrivere un articolo,
o di relazionarmi con persone di tutta Italia, ma mi ha fatto capire
specialmente quanto sia importante il rapporto spirituale personale. Quanto
stia alla base di tutto. E me lo ha fatto capire ogni qual volta che incrociavo
una storia o una persona, nelle occasioni e negli eventi.
Chi sarà giunto a questo
punto si chiederà per quale motivo ho voluto sbandierare così tutto ciò. La
risposta è che ho voluto metterci la faccia, per esprimere un sentimento ed uno
stato d’animo personale. E credevo che fosse giusto farlo sapere a chi ha
condiviso con me un pezzo della propria vita, a chi ho incontrato durante tutte
le occasioni a cui ho avuto l’onore di partecipare, a chi mi ha dato molto, a
chi mi ha voluto bene, ma anche e soprattutto a chi non me ne ha voluto. A chi,
come me, ha creduto e crede che i ragazzi possano cambiare davvero questo paese,
a chi ho fatto dannare, incazzare e a tutti coloro che entreranno a far parte
di questa che è una famiglia.
A tutti questi vorrei
dire grazie. Per le emozioni contrastanti che ho vissuto, per le motivazioni e
la forza che ho ricevuto, che erano come benzina per la mia “macchina”. Che non
ha scarichi truccati, sia chiaro. Tutto ciò che ho vissuto, l’ho vissuto senza
finzione, senza calcolo alcuno, con il massimo della sincerità. Probabilmente a
volte con un atteggiamento sbagliato, ma sicuramente nel modo più vero
possibile.
Con ciò non finisce
nulla, ovviamente. Il mio era solo un appunto personale, di una storia
meravigliosa, ma sicuramente quel gruppo di ragazzi non perde nulla dalla mia
assenza. Semmai sono io che perdo molto dalla loro assenza. E a loro vorrei
lasciare un augurio di buon lavoro, da un ragazzo che ci crede e che sarà per
sempre in “movimento”.
Con grande affetto,
Mark Karaci
Grazie a te Mark e credimi se ti dico che abbiamo sentito la tua mancanza, o almeno io l'ho sentita perchè è come se all'anima, al cuore della nostra "famiglia" si fosse staccato un qualcosa di significativo che dava quella presenza necessaria per riuscire a essere ciò che eravamo e sicuramente continuerai a rimanere in noi perchè quando una persona ti lascia qualcosa di importante è difficile dimenticarsene e ti assicuro che sarà difficile, come è stato quest'estate, non averti più sempre vicino.
RispondiEliminaSono felice e orgogliosa di averti conosciuto e mi mancherai perchè eri una di quelle persone che dava quell'energia così speciale, l'energia di Dio, della fede e riuscire a condivederla con persone come te che si spendono per questo rendendo unico il movimento.
Ps: #sempreinmovimento ;) <3
Elisa